A Simple Accident: il racconto di una famiglia iraniana tra le strade di Teheran

Dalle periferie caotiche ai vicoli silenziosi di Teheran, un viaggio familiare che riflette l’anima di un Paese

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Letizia Rogolino

Giornalista specializzata in Travel & Lifestyle

Giornalista, cinefila e anima vagabonda. Ama scrivere di cinema e viaggi, le sue due più grandi passioni da sempre. Toglietele tutto ma non i road movie, i dolci e il mare.

Pubblicato: 26 Maggio 2025 15:41

Il film è stato girato a Teheran e dintorni semplicemente perché era la soluzione più pratica. Ma potrebbe essere ovunque” ha dichiarato Jafar Panahi, regista del film A simple Accident che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes 2025. Questo è il primo film del regista iraniano dopo il suo rilascio dal carcere e segue un uomo, la moglie incinta e la loro giovane figlia che vengono coinvolti in un piccolo incidente d’auto che innesca una serie oscura di eventi.

Attraverso una narrazione intima e sottile, Panahi esplora temi come la fragilità delle relazioni familiari, la difficoltà di comunicazione e i segreti nascosti dietro la facciata della quotidianità. La pellicola mette in luce le sfumature psicologiche dei personaggi, mostrando come un evento apparentemente semplice possa diventare un punto di svolta decisivo. Il film è un ritratto realistico e toccante della società iraniana, visto attraverso la lente delle dinamiche personali e dei piccoli drammi quotidiani, che si intrecciano con temi universali come l’amore, la colpa e il perdono.

deserto Iran
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Deserto del Lut in Iran

Dove è stato girato

A Simple Accident è stato girato prevalentemente nella zona urbana e suburbana di Teheran, la capitale dell’Iran. Panahi ha scelto di ambientare il film in quartieri popolari e aree residenziali della città, in luoghi autentici e vissuti, evitando scenografie costruite o set artificiali. Questo approccio contribuisce a rafforzare l’atmosfera di quotidianità e realismo che permea l’intera pellicola. L’officina meccanica di Vahid dove inizia la vicenda è situata in un quartiere periferico di Teheran. Questo luogo rappresenta la classe operaia e la lotta quotidiana per la sopravvivenza in una società oppressiva.

Nel film questo luogo simboleggia la resistenza e la speranza, mentre il deserto della scena finale rappresenta l’incertezza e la ricerca di giustizia. Infatti un’altra location suggestiva e potente a livello narrativo è il deserto iraniano dove si svolgono le scene finali del film. Appare sullo schermo un deserto isolato, simbolo di solitudine e disperazione. Questo paesaggio arido amplifica il senso di claustrofobia e impotenza dei protagonisti.

Teheran
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Tra le strade di Teheran

Il deserto iraniano è uno scenario naturale suggestivo e ricco di significati, spesso usato nel cinema iraniano per evocare solitudine, introspezione o tensione spirituale. In Iran ci sono principalmente due grandi deserti: il Dasht-e Kavir (Deserto Salato), situato nel centro-nord dell’Iran e caratterizzato da vaste distese salate, colline aride, e un clima estremo. Viene spesso scelto come location simbolica per rappresentare isolamento, silenzio o una sorta di “vuoto esistenziale”. Il Dasht-e Lut (Deserto di Lut) invece si trova nel sud-est dell’Iran ed è uno dei luoghi più caldi del pianeta. Le sue rocce scolpite dal vento, dette kaluts, creano un paesaggio quasi extraterrestre, utilizzato spesso per dare ai film un’aura metafisica. Patrimonio UNESCO, noto per le formazioni rocciose chiamate kaluts, è un deserto quasi alieno, spesso usato nel cinema per rappresentare mondi interiori, limite, resistenza.

Le strade strette, i cortili interni, le case tipiche di Teheran, così come i piccoli negozi e gli spazi comuni, sono stati utilizzati per raccontare con immedesimazione le vicende dei personaggi, immergendo lo spettatore nel contesto sociale iraniano contemporaneo. Le location rispecchiano non solo l’ambiente fisico, ma anche le tensioni e le contraddizioni di una società in trasformazione, dove tradizione e modernità si confrontano costantemente. Panahi predilige questo tipo di ambientazioni per raccontare storie che parlano delle tensioni e delle dinamiche sociali all’interno della società iraniana contemporanea.